sabato 13 dicembre 2008
Ha un amuleto il Benevento per il derby con la Cavese: si chiama Totò Bertuccelli.
Ha un amuleto il Benevento per il derby con la Cavese: si chiama Totò Bertuccelli. L’attaccante messinese è stato l’ultimo a timbrare il successo in casa delle aquile ed ora, alla vigilia del derby, non può che essere lui a ricordare l’impresa di quel giorno, 18 aprile del 99... Ha un amuleto il Benevento per il derby con la Cavese: si chiama Totò Bertuccelli. L’attaccante messinese è stato l’ultimo a timbrare il successo in casa delle aquile ed ora, alla vigilia del derby, non può che essere lui a ricordare l’impresa di quel giorno, 18 aprile del 99. Guai però a dire che il successo allora fu “made in Bertuccelli”. “Conquistammo tre punti importantissimi - conferma l’ex giallorosso - che ci valsero la conferma di un piazzamento nei play off, anche se la certezza matematica arrivò due settimane dopo contro il Sora. Loro erano alle nostre spalle e premevano per prendere il nostro posto… Non mi sento affatto l’eroe di Cava, anzi penso che io ho avuto il piacere di depositare la ciliegina sulla torta, il gruppo compì il miracolo. Partimmo senza il favore dei pronostici, con obiettivi limitati eppure fummo protagonisti di una grande impresa su campi difficilissimi, ma grazie all’orgoglio, all’attaccamento alla maglia, riuscimmo a regalare una gioia immensa alla piazza”.
Un veloce flash-back, che ricordi ha di quella gara?
“Bellissimi, come tutta l’avventura giallorosa. Io rientravo da una squalifica per somma di ammonizioni scontata contro l’Astrea, quella è stata l’unica gara che ho saltato in quel torneo, ed avevo la voglia di recuperare lo stop forzato”.
Come fu il gol?
“Ho ricevuto palla sulla sinistra, ho dribblato ed insaccato dal vertice dell’area. Ricordo che in difesa c’era Chiappetta. Lui mi conosceva benissimo, aveva detto di chiudere sulla sinistra perché si aspettava quel tipo di movimento e nonostante ciò riuscii a liberarmi di lui”.
Il post partita fu di quelli che non si dimenticano, vero?
“Diciamo che siamo stati vittima di un’aggressione. Tutto iniziò al triplice fischio. Il primo ad essere colpito fu Dei, poi toccò a me all’ingresso del sottopassaggio, ed io provai a difendermi alla meno peggio, infine ne fece le spese il povero Guida che riportò un profondo taglio alla testa. Da qualche parte devo avere ancora il filmato che trasmisero a Striscia la Notizia”.
E’ stato l’unico post partita infuocato in giallorosso?
“No, assolutamente. Ricordo quando andammo a Gela. Lì il pubblico mi aggredì e non ho mai saputo perché e francamente non mi interessa neppure saperlo. Le loro offese furono da stimolo, mi aiutarono a disputare una delle migliori prestazioni anche se alla fine non riuscimmo a portare a casa i tre punti”.
Dopo dieci anni è di nuovo Cavese-Benevento ed ancora una volta una manciata di punti le separano.
“E’ una partita ad alto rischio, un derby da non sottovalutare, tra due avversarie che come allora hanno bisogno punti. Conosco poco le rose, soprattutto quella salernitana per cui non mi azzardo a fare disquisizioni tecniche”.
Siamo quasi al giro di boa, tiri lei le somme…
“Ho visto qualche gara, non tutte, ma ammetto che c’è un livellamento generale del campionato. Il lato positivo è che sarà avvincente fino alla fine”.
C’è qualcuna che l’ha delusa?
“Per il blasone forse mi sarei aspettato di vedere un po’ più su il Perugia, ma alla fine vedrete che verrà fuori”.
Chi, invece, l’ha stupita in positivo?
“Il Gallipoli ha avuto un explolit incredibile. Il Crotone pure è nei piani alti contro ogni pronostico”.
Il Benevento ha confermato le attese?
“E’ partito con l’idea di vincere, a poche giornate dalla fine del girone d’andata è a quattro punti dalla testa, quindi penso che sia in lizza”.
Cosa chiede Totò Bertuccelli al nuovo anno?
“Il mio sogno è tornare nel calcio. Il pallone scorre ancora nelle mie vene, quindi vorrei annusare ancora il profumo del rettangolo verde. Nelle settimane scorse qualche quotidiano aveva pubblicato la notizia che io ero in procinto di accettare un’offerta da una società dilettantistica, purtroppo però era una bufala”.
Si accontenta di scendere così in “basso”?
“Da qualche parte dovrò pur iniziare, sono pronto a fare la gavetta”.
Ora gestisce una cartolibreria nel centro di Taranto, è pronto a lasciare su due piedi libri e colori?
“Prontissimo. Abbandonerei tutto in un attimo per tornare nel mio mondo. Sono prestato a questa attività, ma per uno come me è necessario il dinamismo”.
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