giovedì 18 dicembre 2008

DASPO per Foggia-Perugia C.I.


La questura di Foggia, in seguito ai fatti accaduti prima del match di Coppa Italia tra Foggia e Perugia dello scorso 10 dicembre, ha emesso il Daspo (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) nei confronti di due tifosi rossoneri e tre ultras perugini.

Inoltre è ufficiale: l´Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ha vietato la trasferta di Crotone ai tifosi del Foggia, che non potranno quindi seguire e sostenere i propri beniamini all´Ezio Scida. onore ai diffidati .. la diffida passa ma non la rabbbia celerino pezzo di merda

La tessera del " TIFOSO " .....


La "tessera del tifoso" è uno strumento di “fidelizzazione” adottato dalla società di calcio che prevede verifiche della Questura attraverso una procedura standard diramata a livello nazionale con apposita direttiva ministeriale. Il progetto lanciato dall'Osservatorio si pone l’obiettivo di creare la categoria dei “tifosi ufficiali”.La tessera, rilasciata dalla società sportiva previo “nulla osta” della Questura competente che comunica l’eventuale presenza di motivi ostativi (Daspo in corso e condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni), fidelizza il rapporto tra tifoso e società stessa.A cosa da diritto
al possessore non si applicano le eventuali restrizioni alla vendita dei biglietti;
vengono snellite sia le procedure di acquisto dei biglietti che quelle di accesso allo stadio, attraverso la creazione di varchi dedicati;
è favorita la concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici da parte delle società (accumulo di punti, diritto di prelazione per l’acquisto di biglietti, convenzioni con altre società private come Ferrovie dello Stato, Autogrill, sponsor, ecc.).
I vantaggi per la sicurezza
permette di “costituire” la categoria degli spettatori “ufficiali”;
garantisce l’aumento degli standard di sicurezza del pubblico, perché esclude dagli impianti i soggetti sottoposti a Daspo o a condanne per reati da stadio;
consente alle società sportive di avviare rapporti “virtuosi” con le tifoserie ufficiali, soprattutto per le trasferte;
nel tempo determinerà la costituzione, nell’ambito delle Società Sportive, dei c.d. “dipartimenti dei tifosi” che in altri grandi club europei hanno trovato applicazione con apprezzabili risultati.

mercoledì 17 dicembre 2008

I SOLITI POLIZIOTTI


agghiacciante sto video. assurdoo......

foto cavese benevento

Visit www.moblyng.com to make your own!

video cosenza catanzaro


onore ai catanzaresi per quest gesto folle ....

curva nord potenza

C'è l'aspettavamo...certo che c'è l'aspettavamo!!!

Il casms ha deciso di chiudere il settore ospiti per la nota rivalità dopo pley off...(onore ai diffidati) che intercorre tra le due tifoserie. Tutti noi fino all'ultimo, speravamo nella presenza dei rivali in una partita che aspettiamo ha acceso in noi una forte emozione. Cosa c'è da dire???? cari fans del potenza erano pronti per voi paste freste per tutti i tipi e tanta strega ..... festa rinviata ma non in autogrill ci prendiamo na birra !!

domenica 14 dicembre 2008

che spettacolo cavese -benevento



bentornato Evacuo! un grazie in particolare al amico ultras attilio per la foto http://contursiacida.blogspot.com/

sabato 13 dicembre 2008

una domenica da repressione


CASM la vostra repressione non ci fermera bastardi

Ha un amuleto il Benevento per il derby con la Cavese: si chiama Totò Bertuccelli.



Ha un amuleto il Benevento per il derby con la Cavese: si chiama Totò Bertuccelli. L’attaccante messinese è stato l’ultimo a timbrare il successo in casa delle aquile ed ora, alla vigilia del derby, non può che essere lui a ricordare l’impresa di quel giorno, 18 aprile del 99... Ha un amuleto il Benevento per il derby con la Cavese: si chiama Totò Bertuccelli. L’attaccante messinese è stato l’ultimo a timbrare il successo in casa delle aquile ed ora, alla vigilia del derby, non può che essere lui a ricordare l’impresa di quel giorno, 18 aprile del 99. Guai però a dire che il successo allora fu “made in Bertuccelli”. “Conquistammo tre punti importantissimi - conferma l’ex giallorosso - che ci valsero la conferma di un piazzamento nei play off, anche se la certezza matematica arrivò due settimane dopo contro il Sora. Loro erano alle nostre spalle e premevano per prendere il nostro posto… Non mi sento affatto l’eroe di Cava, anzi penso che io ho avuto il piacere di depositare la ciliegina sulla torta, il gruppo compì il miracolo. Partimmo senza il favore dei pronostici, con obiettivi limitati eppure fummo protagonisti di una grande impresa su campi difficilissimi, ma grazie all’orgoglio, all’attaccamento alla maglia, riuscimmo a regalare una gioia immensa alla piazza”.
Un veloce flash-back, che ricordi ha di quella gara?
“Bellissimi, come tutta l’avventura giallorosa. Io rientravo da una squalifica per somma di ammonizioni scontata contro l’Astrea, quella è stata l’unica gara che ho saltato in quel torneo, ed avevo la voglia di recuperare lo stop forzato”.
Come fu il gol?
“Ho ricevuto palla sulla sinistra, ho dribblato ed insaccato dal vertice dell’area. Ricordo che in difesa c’era Chiappetta. Lui mi conosceva benissimo, aveva detto di chiudere sulla sinistra perché si aspettava quel tipo di movimento e nonostante ciò riuscii a liberarmi di lui”.
Il post partita fu di quelli che non si dimenticano, vero?
“Diciamo che siamo stati vittima di un’aggressione. Tutto iniziò al triplice fischio. Il primo ad essere colpito fu Dei, poi toccò a me all’ingresso del sottopassaggio, ed io provai a difendermi alla meno peggio, infine ne fece le spese il povero Guida che riportò un profondo taglio alla testa. Da qualche parte devo avere ancora il filmato che trasmisero a Striscia la Notizia”.
E’ stato l’unico post partita infuocato in giallorosso?
“No, assolutamente. Ricordo quando andammo a Gela. Lì il pubblico mi aggredì e non ho mai saputo perché e francamente non mi interessa neppure saperlo. Le loro offese furono da stimolo, mi aiutarono a disputare una delle migliori prestazioni anche se alla fine non riuscimmo a portare a casa i tre punti”.
Dopo dieci anni è di nuovo Cavese-Benevento ed ancora una volta una manciata di punti le separano.
“E’ una partita ad alto rischio, un derby da non sottovalutare, tra due avversarie che come allora hanno bisogno punti. Conosco poco le rose, soprattutto quella salernitana per cui non mi azzardo a fare disquisizioni tecniche”.
Siamo quasi al giro di boa, tiri lei le somme…
“Ho visto qualche gara, non tutte, ma ammetto che c’è un livellamento generale del campionato. Il lato positivo è che sarà avvincente fino alla fine”.
C’è qualcuna che l’ha delusa?
“Per il blasone forse mi sarei aspettato di vedere un po’ più su il Perugia, ma alla fine vedrete che verrà fuori”.
Chi, invece, l’ha stupita in positivo?
“Il Gallipoli ha avuto un explolit incredibile. Il Crotone pure è nei piani alti contro ogni pronostico”.
Il Benevento ha confermato le attese?
“E’ partito con l’idea di vincere, a poche giornate dalla fine del girone d’andata è a quattro punti dalla testa, quindi penso che sia in lizza”.
Cosa chiede Totò Bertuccelli al nuovo anno?
“Il mio sogno è tornare nel calcio. Il pallone scorre ancora nelle mie vene, quindi vorrei annusare ancora il profumo del rettangolo verde. Nelle settimane scorse qualche quotidiano aveva pubblicato la notizia che io ero in procinto di accettare un’offerta da una società dilettantistica, purtroppo però era una bufala”.
Si accontenta di scendere così in “basso”?
“Da qualche parte dovrò pur iniziare, sono pronto a fare la gavetta”.
Ora gestisce una cartolibreria nel centro di Taranto, è pronto a lasciare su due piedi libri e colori?
“Prontissimo. Abbandonerei tutto in un attimo per tornare nel mio mondo. Sono prestato a questa attività, ma per uno come me è necessario il dinamismo”.

mercoledì 10 dicembre 2008

rispetto per tutti paura di nessuno


odio bari e salerno

crotone bla bla

Santos libero




Festa a Marsiglia, ma per l'ultrà
Con l'Atletico è 0-0, francesi in Uefa. Il capo tifoso torna libero, si smorza la tensione
Fonte: "Goal.com"
Il Marsiglia scala in Uefa, grazie al pareggio con l'Atletico Madrid e alla sconfitta del Psv. Ma ieri, l'attenzione era per gli ultrà francesi che avevano previsto di contestare la condanna in Spagna di un loro capo.
E' andato tutto liscio. Santos Mirasierra è stato liberato e i tifosi sono entrati al Velodrome festeggiando. Il capo di «Ultras Marseille» era stato condannato a tre anni e mezzo di carcere con l'accusa di aver ferito un poliziotto spagnolo. Ieri il tribunale di Madrid ha accettato di liberarlo su cauzione.
Per Mirasierra si sono mobilitati non solo i tifosi, ma anche giocatori e dirigenti del club che ha pagato la cauzione. In campo anche il ministro dello sport e la sottosegretaria per i diritti umani, Rama Yade, e i grandi ex: Drogba e Ribery. I mille poliziotti sono rimasti comunque schierati per precauzione.

martedì 9 dicembre 2008

Il tifo viene dal cielo: stadio interdetto, ma tre tifosi aggirano il divieto con l'aereo


Costretti a disertare lo stadio per decisione del Casm, che ha fatto disputare il derby di seconda divisione Lega pro Cosenza-Catanzaro (finito 0-0) senza tifosi ospiti, tre catanzaresi hanno voluto ugualmente stare vicini alla squadra e per farlo hanno sorvolato lo stadio San Vito con altrettanti ultraleggeri e gettando in campo una sciarpa giallorossa. I tre sono stati però fermati dalla polizia e portati in Questura per l'identificazione e la loro posizione è ora al vaglio degli investigatori.Una legge, infatti, vieta il sorvolo di luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive, ma il mezzo utilizzato (un ultraleggero) rende necessario capire se la norma sia applicabile anche a questi velivoli dotati di motore e di una vela per il volo ma senza struttura metallica.
Il «volo» è avvenuto nell'intervallo della gara. I tre, con le vele gialle e rosse, sono passati sopra lo stadio e giunti sulla perpendicolare del centrocampo uno di loro ha fatto cadere una sciarpa, mentre gli altri due avevano uno striscione con la scritta «le aquile vi sovrastano sempre».Quindi si sono allontanati. La polizia li ha seguiti raggiungendoli in un campo nelle vicinanze dello stadio dove sono atterrati e prevenendo anche un eventuale intervento dei tifosi cosentini. I tre sono stati portati in Questura per l'identificazione.

domenica 7 dicembre 2008

SANTOS LIBERO.....


Incredibile: Santos l'Ultras Marsigliese arrestato quasi 65 giorni fa è stato condannato a 3 ANNI e 6 MESI .... solo per aver cercato di aiutare una ragazza caduta a terra negli scontri .... semplicemente VERGOGNOSO !!

venerdì 5 dicembre 2008

Comunicato Gate 22 Veneziamestre

"Niente ospiti? Noi a bocca chiusa"

"CALCIO DEI DIVIETI... CHE DERBY E' SENZA TIFOSI?
Incomprensibili e demagogiche restrizioni ancora una volta saranno protagoniste della domenica sportiva.
Dopo il divieto applicato alla Nostra tifoseria di seguire il Veneziamestre nella trasferta di Padova.
Dopo il divieto applicato alla tifoseria padovana di seguire la propria squadra nella trasferta di Verona.
Il triangolo si chiude. Vietando alla tifoseria veronese la trasferta in laguna.
Assurdo.
Tutti i derby veneti gambizzati da decisioni da salotto.
Il risultato è devastante.
La distruzione della vera anima del calcio: la passione.
Che così è il calcio privato delle tradizioni, delle rivalità, senza goliardia, senza tifo?
A cosa serve uno stadio senza colori, senza rumori, senza calore, senza tifosi?
Le risposte fanno male, ma permettono di capire il continuo allontanamento di tante persone, famiglie, anziani e giovani dagli stadi di tutta Italia.
E come se non bastasse il divieto di trasferta per i tifosi ospiti, si aggiunge anche la restrizione alla vendita dei biglietti per i soli residenti nella provincia di Venezia.
E il risultato è che chi abita a Mogliano, Preganziol, Monselice, Castelfranco o comunque fuori dalla provincia di Venezia per lavoro o altro sarà privato della possibilità di assistere al derby in nome di una falso rischio, in nome di quella ideale sicurezza che bisogna affannosamente (e inutilmente) ricercare.
Ci chiediamo anche come dopo tutte le nuove misure di sicurezza adottate, le forze dell´ordine non siano ancora in grado di garantire un minimo di sicurezza come del resto avviene in tutta Europa.
Poi ci ricordiamo di essere in Italia, e capiamo che è solo l´ennesima vergogna di chi, con la scusa di combattere razzismo e violenza, sta eliminando consapevolmente e strategicamente altro: aggregazione, condivisione, passione e divertimento.
Noi di "A Sostegno di un Ideale" risponderemo come sempre fatto in maniera coerente. Combattendo e denunciando queste assurde leggi. Proponendo un tifo ribelle e libero, che non ha bisogno di compromessi e autorizzazioni. Continuando oltre ogni difficoltà il percorso aggregativo, ricreando nel Gate 22 con la nostra passione uno spazio diverso e differente da tutto il resto.
Cuore e intelligenza per il Veneziamestre, ma non solo, perché gli abusi che subiamo da tifosi, li subiamo anche da cittadini nella vita di tutti i giorni.
E così domenica daremo un piccolo segnale rimanendo in silenzio i primi 20 minuti della partita per ribadire l'assoluta inutilità di questi divieti che portano al disputarsi di un derby che non può essere ritenuto tale.

Gate 22 Veneziamestre"

giovedì 4 dicembre 2008

i genitori di Matteo Bagnaresi: "il risarcimento in opere di bene"


In piedi di fronte all'autobus che lo ha travolto. L'autista non poteva non averlo visto. E' questa la conclusione del consulente della procura che sta indagando sulla morte di Matteo Bagnaresi. In attesa del processo la famiglia fa sapere che non terrà un euro dell'eventuale risarcimento: tutto sarà devoluto per dare gambe alle idee del figlio.Di fronte al pullman. Non dietro o accanto alle ruote. Esattamente davanti al parabrezza anteriore. Le gambe leggermente divaricate e i piedi ben saldi sull'asfalto. Entrambe le mani poggiate sul vetro, pochi centimetri sopra il volante. Un gesto di difesa o la voglia di sbarrare la strada ai tifosi bianconeri. In entrambi i casi Matteo Bagnaresi era di fronte all'autista, che non può non averlo visto quando ha pigiato l'acceleratore, travolgendolo e uccidendolo nell'area di servizio Crocetta Nord, al chilometro 48 dell'A21 Piacenza-Torino prima della partita Juventus-Roma.Il consulente tecnico della procura di Asti ha ricostruito gli ultimi istanti di vita di Bagnaresi, tifoso 28enne del Parma, ravvisando nella dinamica dell'incidente una rilevante colpa dell'autista, l'imprudenza di voler manovrare e scappare da quell'area di servizio anche se, di fronte a lui, c'era un ragazzo non ancora trentenne. Prima di decidere se archiviare il fascicolo o se rinviare a giudizio l'autista, la Procura ascolterà altri testimoni, tifosi del Parma e della Juventus che hanno assistito alla scena e che dovranno ricostruire il quadro ambientale, fornire elementi per valutare se in quel piazzale vi sia stata un'aggressione o dei tafferugli che trovino nella paura una giustificazione plausibile alla guida dell'autista e, quindi, alla morte dell'ultras.Che si arrivi in un'aula di tribunale è ovviamente la speranza dei genitori di Matteo. Bruno, ingegnere in pensione della Barilla, e Cristina, insegnante, vorrebbero un processo che renda giustizia alla morte del loro unico figlio. Vorrebbero una verità giudiziaria e sperano in un risarcimento, ma solo perché attraverso quei soldi potrebbero dare gambe alle idee di Matteo. Tramite l'avvocato Mario Bonati fanno sapere che non hanno intenzione di tenersi un solo euro di un eventuale risarcimento, ma di volere destinare quei soldi, così come tutti gli altri che saranno raccolti in future iniziative, alle idee del figlio. Che non era solo uno sportivo, ultras dei Boys '77, ma anche un idealista, "antagonista" in prima linea quando c'era da difendere i più deboli, i senzatetto e gli sfrattati, quando c'era da raccogliere firme o scendere in piazza contro la legge Fini-Giovanardi, l'alta velocità o l'impianto di smaltimento dei rifiuti che secondo lui avrebbe finito per distruggere la «food valley» d'Italia. Temi politici, che portava avanti con convinzione insieme ai ragazzi del centro sociale Mariano Lupo e nella cooperativa in cui lavorava, occupandosi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Stanno pensando a un centro sociale per giovani, a case di accoglienza per immigrati o a scuole da finanziare in quel sud del mondo a cui Matteo Bagnaresi pensava spesso. Stanno decidendo, valutando ogni ipotesi, compresa quella della Fondazione e di un gemellaggio tra le curve negli stadi italiani in occasione dell'anniversario della morte. Con un unico interesse: portare avanti le idee del figlio, non lasciare che muoiano insieme a lui. Anche per questo sperano in un processo, in una verità e in un risarcimento che sia solidale. Come avrebbe voluto Matteo.

Gare vietate ai tifosi ospiti:



Benevento - Juve Stabia e Cavese - Benevento si disputertanno con l'assenza della tifoseria ospite Settore ospiti chiuso per Napoli-Lecce, anticipo ella 16/a giornata di serie A in programma sabato prossimo 13 dicembre alle 20:30. Lo ha deciso il Casms (Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive) dopo che la partita era stata definita ad 'alto rischio' dall'Osservatorio. Il settore ospiti sarà aperto a famiglie, ragazzi delle scuole e associazioni di anziani. Analogo provvedimento è stato preso anche per Avellino-Salernitana di serie B in programma il 13 dicembre e per altre gare dei campionati minori e di altri sport.
6 dicembre: Torelli Montevarchi - Autosoft Scauri (Basket B2); 7 dicembre: Benevento - Juve Stabia (1a Div B); 8 dicembre: Maglianico - L'Aquila (Dilettanti ); 13 dicembre: Nissa - Siracusa (Dilettanti); 14 dicembre: Cavese - Benevento (1a Div. B); Potenza-Taranto (1a Div B); 14 dicembre: Akragas - Licata (Dilettanti); Grottaglie - Bitonto (Dilettanti); Ippogrifo Sarno - Battipagliese (Dilettanti).

lunedì 1 dicembre 2008

nella mischia


Punite le risse e i tafferugli scoppiati subito dopo la partita col Latina del 27 gennaio
Quella domenica s’inseguirono, chi in auto e chi in ciclomotore. Quella domenica la partita di calcio del campionato d’Eccellenza Tivoli-Fc Latina era finita in parità: 1-1. Quella domenica era il 27 gennaio scorso e dopo il match le forze dell’ordine - e in particolare il Commissariato di polizia di Tivoli - fecero defluire le due tifoserie a “blocchi” separati dallo stadio tiburtino proprio intuendo che gli animi si erano surriscaldati.
Ma sulla via del ritorno gli ultrà nerazzurri dell’Fc Latina e quelli del Tivoli si sono inseguiti e in diverse occasioni, nonostante il pronto intervento dei poliziotti di Tivoli e dei colleghi arrivati da Latina, tra gruppetti di ultrà sono divampate risse improvvisate.I tifosi presenti allo stadio erano oltre 150 della squadra locale e un centinaio del Football club Latina, ma gli ultrà lasciarono l’impianto decisi ad affrontarsi.Dopo nove mesi d’indagini, grazie agli elementi forniti alla Digos di Latina, gli investigatori della questura pontina hanno identificato due ultrà che verranno presto pesantemente puniti per il loro comportamento. Analogo provvedimento verrà adottato nei confronti di tre ultrà del Tivoli che erano già stati riconosciuti dagli investigatori del Commissariato di polizia.Da Latina è lo stesso questore, Nicolò D’Angelo - che per sette anni ha diretto la Squadra mobile di Roma - a spiegare: «Siamo dinanzi a personaggi che noi abbiamo già colpito con Daspo pesanti». Il Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive) obbliga gli ultrà a firmare un apposito registro ogni domenica all’ora della partita. E per alcuni ultrà dell’Fc Latina ha raggiunto la durata di cinque anni. la diffida passa a rabbia no diffidato non mollare

arezzo benevento


giocattori indegni per non dire di un allenatore senza palle

venerdì 28 novembre 2008

G8,

E' stupido essere giusti quando chi è ingiusto ottiene migliore giustizia.
Esiodo, VIII sec. a.C.

G8, irruzione Diaz: 16 assolti e 13 condannati
GENOVA (Reuters) - Al processo per le violenze nell'irruzione alla scuola Diaz durante il G8 di Genova nel luglio 2001, durante la quale rimasero feriti 93 attivisti no global, i giudici del capoluogo ligure hanno assolto questa sera dopo 11 ore di camera di consiglio 16 imputati, tra i quali i vertici della polizia, condannandone altri 13.

I giudici hanno inflitto complessivamente 35 anni e 7 mesi di pena, a fronte degli oltre 109 anni chiesti dall'accusa.

I giudici liguri hanno assolto gli esponenti di più alto grado, in particolare Francesco Gratteri, oggi direttore centrale anticrimine, Giovanni Luperi, oggi funzionario Aisi (ex Sisde) e Gilberto Calderozzi, direttore del servizio centrale operativo della polizia.

Assolti anche Filippo Ferri, Massimiliano di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide di Novi, Alfredo Fabbrocini, Salvatore Gava, Massimo Nucera e Maurizio Panzieri.

Sono statri condannati invece Vincenzo Canterini (4 anni) che all'epoca dei fatti era il comandante reparto mobile di Roma che fece irruzione per primo alla Diaz, per falso ideologico e calunnia in concorso; Michelangelo Fournier (2 anni) per lesioni personali continuate; Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledoti, Pietro Stranieri, Vincenzo Compagnone, tutti sottoposti di Canterini (condannati tutti a 3 anni per lesioni personali continuate).

Condanne anche per Pietro Troiani (3 anni) e Michele Burgio (2 anni 6 mesi) per calunnia e porto illegale di armi da guerra; Luigi Fazio condannato a 1 mese e interdetto dai pubblici uffici.

I condannati dovranno risarcire le parti civili e il ministero dell'Interno per circa 700.000 euro.
Al termine della lettura delle sentenze, una parte del pubblico in aula, ripeso dalle telecamere, ha reagito scandendo la parola : "Vergogna, vergogna". Fuori dal tribunale si erano radunate circa 50 persone per attendere la sentenza.
I pm Francesco Cardona Albini ed Enrico Zucca avevano chiesto pene per oltre 109 anni. In particolare, la condanna per Gratteri e Luperi a quattro anni e sei mesi ciascuno per falso ideologico, calunnia e arresto illegale.
La pena più elevata -- 5 anni di reclusione -- era stata richiesta per Troiani, il poliziotto che avrebbe portato le due molotov all'interno della scuola per dimostrare la pericolosità degli attivisti ospiti dei locali della Diaz.
Condanna a quattro anni e sei mesi chiesta anche per Canterini così come per Caldarozzi, allora vice direttore dello Sco; Mortola, allora dirigente della Digos; Dominici, capo della mobile di Genova; Di Bernardini, Ciccimarra, di Sarro, all'epoca tutti vice questori aggiunti di Genova.
purtroppo, la legge NON è uguale per tutti

La repubblica delle banane... marroni.


Guardate che obbrobrio. E' la nuova divisa della NazionaleVia l'azzurro, c'è il marrone!
da quotidiano.net Maglia azzurro stinto, un incrocio slavato fra i colori dell'Argentina e della Lazio; calzoncini e calzettoni marroni che gli ideatori hanno pure il coraggio di definire "color legno"... di Xavier Jacobelli Bologna, 27 novembre 2008 - E' orrenda. E' la nuova divisa della Nazionale italiana quattro volte campione del mondo e una volta campione olimpica. Maglia azzurro stinto, un incrocio slavato fra i colori dell'Argentina e della Lazio; calzoncini e calzettoni marroni che gli ideatori hanno pure il coraggio di definire "color legno". Come di legno è la fantasia di chi ha partorito questo scempio di quasi cent'anni di storia e di tradizione azzurra.Non appena ne conosceremo nome, cognome e codice fiscale, sarà nostra premura pubblicizzarli perchè è giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità e milioni di tifosi della Nazionale sappiano chi devono ringraziare per questo colpo di genio. A rivelarlo, meritoriamente, è stato stamane il Corriere dello Sport-Stadio, a pag. 2, con un interessante servizio firmato da Andrea Santoni, corredato dal fotomontaggio che vi proponiamo e che dà l'idea della nefandezza perpetrata dai creativi dell'azienda fra gli sponsor del Club Italia.Il debutto di questa porcheria cromatica è fissato per il 15 giugno 2009, a Pretoria, in Sudafrica, dove l'Italia affronterà gli Usa nella gara inaugurale della Confederations Cup. Nell'attesa, chissà se la Federcalcio ci spiegherà quanto le frutta questa nuova, impresentabile divisa; perchè abbia deciso di cambiarla; in base a quali motivazioni sia stata presa una scelta che non sta né in cielo né in terra.Ma, soprattutto, vogliamo sapere se sia stato il presidente federale Abete o chi per lui a prendere a calci qualcosa che non si può mai vendere e appartiene al popolo dei tifosi, non a chi siede sulle poltrone di Via Allegri: il colore della maglia, cioè la storia, l'epopea, il blasone di una fra le rappresentative più forti del mondo. Ve l'immaginate il Brasile che svende il suo verde-oro alle invenzioni colorate di uno sponsor? Purtroppo noi non siamo il Brasile. Noi siamo, anche nel calcio, la repubblica delle banane. Marroni.

Liberate "Santos"


Il primo ottobre 2008, sugli spalti dello stadio Vincente Calderón di Madrid, prima dell'incontro di Champions League tra l'Atletico Madrid e il Marsiglia, scoppiavano incidenti tra gli ultras francesi e le forze di polizia spagnole, che non lesinavano manganellate ferendo vari ultras e tifosi. Con l'accusa d'aver partecipato a tali disordini, d'aver ferito un agente (medicato con sette punti di sutura) e d'aver opposto resistenza, veniva arrestato Santos Mirasierra (ultras del Marsiglia di origine spagnola, residente in Francia). Dopo tre giorni in stato di fermo Santos è stato portato dal giudice che, opponendosi al suo rilascio in attesa di giudizio, lo ha spedito nel carcere di Soto del Real a cinquanta chilometri da Madrid, dove dovrà rimanere fino alla conclusione dell'indagine. Il giudice, come accade anche in Italia, ha accettato aprioristicamente la versione della polizia. Alcuni agenti della polizia francese, in servizio al seguito degli ultras marsigliesi in Spagna, hanno dichiarato l'estraneità del ragazzo agli incidenti. Fotografie e riprese video professionali mostrano il giovane discutere pacatamente con le forze di polizia spagnole e, successivamente, durante gli scontri, adoprarsi affinché questi abbiano termine. Il giudice, su invito della polizia, ha rifiutato d'esaminare le prove video (di Canal+, emittente spagnola) che scagionano Santos Mirasierra, motivando tale decisione con il fatto che i video potrebbero essere stati "alterati" (sic). Gli ultras marsigliesi si sono mobilitati per cercare d'aiutare il loro fratello. Gli Ultras Marseille hanno scritto una lettera aperta al presidente francese Nicolas Sarkozy, hanno mandato un'e-mail al Consolato francese di Madrid e a quello spagnolo in Francia, hanno scritto ad associazioni per i diritti umani e a vari mezzi d'informazione, chiedendo a tutti d'adoprarsi per la liberazione di Santos (innocente rispetto alle accuse mossegli). I Dodger's OM (altro Gruppo ultras di Marsiglia) hanno inviato un documento all'Eliseo e a vari ministeri, denunciando comportamenti aggressivi e vessatori della polizia spagnola, culminati con gli incidenti allo stadio Calderón di Madrid. Tra questi: multa al loro pullman, parcheggiato dove ordinato dalla polizia stessa; obbligo di camminare in corteo su escrementi di cavallo; manganellate mentre erano in coda per entrare allo stadio. L'operato della polizia spagnola in servizio allo stadio Calderón era già stato al centro d'accese polemiche per le violenze inflitte ai tifosi del Bolton Wanderers in trasferta a Madrid per una partita di Coppa Uefa con l'Atletico nel febbraio del 2008. Prima di loro erano stati colpiti gli scozzesi dell'Aberdeen, nel novembre del 2007. La famiglia Mirasierra s'è rivolta al sindaco della propria città, nel disperato tentativo d'ottenere giustizia per il figlio ingiustamente imprigionato. I Bukaneros, Gruppo ultras del Rayo Vallecano (terzo club della capitale spagnola), così come altri Gruppi ultras iberici, hanno cercato di contrastare la disinformazione dei media che avvolge tutta la vicenda in Spagna, tenendo una conferenza stampa e esponendo uno striscione per la liberazione di Santos. L'Olympique di Marsiglia ha mandato sul posto un suo legale, anche se il ragazzo era già assistito da un avvocato fornito dai Bukaneros del Rayo Vallecano e dai Riazor Blues, Gruppo ultras del Deportivo La Coruña. La squadra dell'Olympique di Marsiglia, prima dell'incontro di campionato con il Valenciennes (19 ottobre 2008) ha indossato una maglietta bianca di solidarietà al suo ultras ingiustamente carcerato, su cui spiccava la scritta: "Liberté pour Santos!". LIBERTA' PER SANTOS!
Di seguito un filmato (tratto da Youtube) che mostra gli incidenti e l'innocenza di Santos.

Julien vive


Per ricordare Per ricordare Julien, Ultras Parigino ucciso dalla gendarmeria francese:

giovedì 27 novembre 2008

ULTRAS BENEVENTO-POPOLO SANNITA


NOI NON SIAMO NAPOLETANI

RIVOGLIAMO I NOSTRI STRISCIONI ...


Imponente manifestazione organizzata dagli Ultras Doriani per gridare a gran voce "quello che dovrebbe essere un diritto" : RIVOGLIAMO I NOSTRI STRISCIONI !!
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione…”: questo l’incipit dell’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana. Forse molti l’hanno dimenticato o hanno voluto dimenticarlo, ma uno striscione degli Ultras Tito Cucchiaroni che recitava l’articolo in questione qualche tempo fa non venne fatto entrare allo stadio. Ma la battaglia, fortunatamente non è mai cessata.
Da quasi due anni, ormai, si susseguono in Italia ogni maledetta domenica episodi al limite del grottesco di divieto di libera espressione delle opinioni ed i fatti, purtroppo, hanno ampiamente dimostrato in questo tempo come le misure speciali adottate per legge siano risultate inefficaci nella lotta alla violenza, non andando a colpire eventuali aspetti delinquenziali, ma piuttosto tutte quelle iniziative che invece propagandano un calcio pulito, tutt’altro che discriminatorio, incivile o razzista.

martedì 25 novembre 2008

gabriele con noi

Ingiustizia eterna

stiamo ancora Aspettando



è passto un anno?..non conta! centra il fatto che nelle
curve d'italia cè un ipocrisia terrificante
diciamo che abbiamo mentalità, ma accoltelliamo,
diciamo che siamo coerenti ma contestiamo, mandiamo via
dirigenze a meno che di colpo si vince allora basta
contestare. diciamo che non ci devono identificare
tutti come criminali e di nn fare di tutta l'erba
un fascio ma per noi li sbirri sono tutti bast....!
allora facciamoci un esame di coscenza dentro le curve
cè il marcio delle nostre sociètà mischiato a gente
passionale che canterebbe fino alla morte solo per il
gusto di tifare a prescindere dal risultato, ed è la
maggior parte! ...d'altro però chi gestisce la
repressione, le leggi anti ultras, e le applica nella
maniera più scorretta e differente in ogni stadio e per
ogni tifoseria..praticamente senza senzo logico, lo
hanno le forze dell'ordine. non hanno caspito
niente di gemellaggi e rispetto! tra curve e tra ultras
e polizia senza manganelli sarebbe meglio vedreste che
risultati!

mercoledì 22 ottobre 2008

Diffidati cinque sostenitori della Libertas Lucchese


Entrano in campo a pochi minuti dal termine della gara e appendono uno striscione offensivo nei confronti di Fouzi Hadj. Per cinque tifosi della Libertas Lucchese, individuati dalla Digos, scatterà il Daspo, la diffida dall'assistere a manifestazioni sportive. Una parte della tifoseria continua infatti a seguire la storica Libertas in aperta contestazione col presidente che l'ha condotta in terza categoria.Tornano alla ribalta della cronaca gli Ultras della Lucchese, con la Digos che ne identifica cinque e li deferisce in quanto responsabili del reato di "invasione del terreno da gioco nel corso di una manifestazione sportiva". Nei loro confronti scatterà l'emissione del divieto di accesso alle competizioni sportive.
I fatti si sono svolti durante la partita valevole per il campionato di terza categoria tra Libertas e Valdottavo, quando a pochi minuti dal termine dell'incontro i cinque ragazzi, tutti di età compresa tra i 37 e i 22 anni, sono entrati in campo per appendere uno striscione recante la scritta "Fouzi bastardo".

Tutti e cinque erano già noti alle forze dell'ordine per essere appartenenti al gruppo "Ultras Lucchese". Il gruppo, da non confondersi con i più volte alla ribalta della cronaca "Bulldog", a dispetto del nome in realtà nel corso degli anni si è dimostrato piuttosto tranquillo ed i suoi esponenti raramente si sono resi protagonisti di azione violente da stadio.

La notizia infatti, più che evidenziare un grave atteggiamento ‘Ultras', porta alla ribalta della cronaca il disagio con il quale la città sta vivendo la situazione del calcio locale. Non bisogna infatti dimenticare, laddove ci si addentra in una riflessione riguardante questi episodi, che il calcio in Italia è il fenomeno di massa che ogni domenica fa muovere e aggregare il maggior numero di persone.
A Lucca dopo i noti fatti che hanno riguardato la storica società Libertas Lucchese, non tutti gli appassionati si sono messi al seguito della nuova società Sporting Lucchese, ma molti di loro sono rimasti al seguito della centenaria Libertas, iscritta al campionato di terza categoria. Ogni partita della Libertas in terza categoria è dunque accompagnata dal seguito di decine di sostenitori che non perdono l'occasione di contestare Fouzi Hadj, ritenuto responsabile del fallimento (per il momento solo sportivo) della storica società.
Nonostante i timori iniziali, finora la protesta dei tifosi non è andata oltre a qualche striscione o coro, ma l'anomala situazione per i campi di terza categoria ha attirato l'attenzione delle forze dell'ordine, dato che a quei livelli i controlli negli impianti non sono certo a misura di ultras.
p.p.diffidati x uno striscione??!!!!!!
e allora a chi fa una rapina in banca allora che gli dovrebbero fare,bruciarlo vivo?!!
peccato che accade proprio il contrario:Solidarietà.a cinque ultras colpiti dal daspo ... la diffida passa la rabbia no

lunedì 20 ottobre 2008

Legio Linteata




















I Sanniti furono guerrieri valorosi e ben organizzati. Come tanti popoli, allora ed ancora oggi, avevano nel loro esercito un certo numero di combattenti che formavano un gruppo scelto di guerrieri.
Era la Legio Linteata, una devotio a divinità dell'Olimpo sannita che, dopo una particolare cerimonia sacra, diventava una casta di guerrieri votata al sacrificio estremo pur di difendere il proprio popolo. Sulla legione e sulla cerimonia che la consacrava, ci sono giunte solo le testimonianze di Tito Livio nei suoi Annales, ma molti sono i reperti archeologici venuti alla luce in questi ultimi anni che in parte avvallano ciò che Livio ha scritto.
La descrizione del rito "sacrale"
Legionari Sanniti alla fine del IV secolo a.C. (3)
avvenuto nel 293 a.C. presso la fortezza di Aquilonia per consacrare i giovani sanniti nella "Legio Linteata", viene così da Livio narrata:...alla guerra questi (i Sanniti) s'erano preparati con lo stesso impegno e con gran dovizia di fulgide armi; e ricorsero anche all'aiuto degli dei, giacché i soldati erano stati iniziati alla milizia prestando il giuramento secondo un antico rito, e s'era fatta una leva per tutto il Sannio con una nuova legge, in virtù della quale chi fra i giovani non fosse accorso alla chiamata dei comandanti, e chi si fosse allontanato senza il loro ordine, doveva essere consacrato alla vendetta di Giove. Poi tutto l'esercito ricevette l'ordine di radunarsi ad Aquilonia. Vi si raccolsero circa 60.000 uomini, il fiore delle milizie ch'erano nel Sannio.
L'AREA DEL GIURAMENTO DEI LINTEATIIvi, quasi nel centro dell'accampamento, si racchiuse tutt'intorno con tramezzi di graticci e plutei e si coprì con drappi di tela uno spazio che s'estendeva al massimo per duecento piedi, ugualmente in ogni direzione.
Ivi si offrì un sacrificio secondo quanto s'era letto in un vecchio libro linteo; il sacerdote era un certo Ovio Paccio, un uomo di età avanzata, il quale affermava ch'egli ricavava tale sacro rito da un antico cerimoniale dei Sanniti, cui s'erano un tempo attenuti i loro antenati, quando avevano preso segretamente la decisione di togliere Capua agli Etruschi. Compiuto il sacrificio, il comandante fece chiamare da un messo i più nobili per stirpe ed imprese; essi vennero introdotti ad uno ad uno.
Oltre agli altri sacri apparati, atti ad infondere nell'animo il timore religioso, v'erano anche nel centro del recinto, tutto coperto all'intorno, are e vittime uccise, e v'erano schierati in giro guerrieri con le spade sguainate. Il giovane veniva condotto davanti agli altari più come vittima che come iniziato, e gli si faceva giurare che non avrebbe rivelato ciò che avesse visto o sentito in quel luogo. Lo costringevano a giurare secondo una formula terribile fatta apposta per invocare la maledizione su di sè, sulla famiglia e sulla sua stirpe, se non fosse andato a combattere là dove i comandanti lo avessero condotto e, se fosse fuggito dal campo di battaglia, oppure avesse visto fuggire un altro e non l'avesse immediatamente ucciso. Guerrieri sanniti nel IV secolo a.C. (3)
Alcuni che s'erano dapprima rifiutati di prestare tale giuramento furono trucidati attorno agli altari; i loro cadaveri, abbandonati in mezzo all'ammasso delle vittime, servirono d'esempio agli altri perché non si rifiutassero. Quando i più ragguardevoli tra i Sanniti si furono impegnati con tale imprecazione, il comandante ne designò dieci, e ad essi fu ordinato di scegliersi ognuno il proprio compagno, finché avessero raggiunto il numero di 16.000. Quella legione fu chiamata "linteata" dalla copertura del recinto in cui era stata consacrata la nobiltà; a questi guerrieri furono date fulgide armi ed elmi con pennacchio perché si distinguessero da tutti gli altri. V'era poi un altro esercito, di poco più di 20.000 uomini, che non sfigurava di fronte alla legione linteata nè per aspetto fisico dei soldati, nè per la gloria, nè per le armi. Questo contingente di uomini, che rappresentava il cuore delle milizie, s'accampò nei pressi di Aquilonia (1).
La Legio Linteata appare anche nella descrizione di un altro avvenimento narrato negli Annales, accaduto però nel 309 a.C.
I guerrieri sanniti vengono descritti con armi d'oro e d'argento:
Due erano gli eserciti: gli scudi del primo li cesellarono in oro, quelli del secondo in argento; la forma dello scudo era la seguente: più larga la parte superiore, da cui son protetti il petto e le spalle, e orizzontale in cima; più appuntito in basso, per lasciare libertà di movimenti.
A protezione del petto avevano una corazza a maglia, e la gamba sinistra era riparata da uno schiniere. Elmi con paragnatidi e pennacchio, per mettere maggiormente in evidenza la statura gigantesca. Tuniche variopinte ai soldati con lo scudo dorato, a quelli con lo scudo argentato di candido lino (2).
Guerriero sannita in un affresco da una
tomba a cassa da Nola - IV sec. a.C.
In effetti Livio descrive queste particolari schiere con armi ed atteggiamenti troppo gladiatori, come l'utilizzo di un solo schiniere, forse influenzato dalle gesta e probabilmente dalla figura di quei Sanniti che ai suoi tempi erano considerati i più abili e crudeli guerrieri d'arena.
Ma è proprio il ripetere della descrizione che Livio fa della Legio Linteata e della cerimonia sacra officiata per costituirla, al di là del fatto che siano pure invenzioni atte a glorificare lo sforzo fatto dai romani per annientarla, ad evidenziare la possibilità che questo corpo particolare di equites possa essere realmente esistito.
(1) TITO LIVIO - Ab Urbe Condita - X, 38. Traduzione di M. Scandola.
(2) Livio, op. cit. IX, 40. L'annalista romano descrive i legionari linteati come avrebbe descritto un guerriero della nobiltà romana. Infatti fa indossare ai Sanniti un tipo di corazza, la "Lorìca Hamata", una cotta di maglia di ferro che, nel III secolo a.C, soltanto un graduato romano poteva permettersi, visto che occorrevano delle tecniche molto particolari e costose per costruirla. Questo tipo di cotta sarà indossata da tutti i soldati romani solo dalla metà del II secolo in poi, sostituita intorno al I secolo dalla "Lorìca Segmentata", destinata a divenire il simbolo del soldato romano. E' più probabile quindi che la corazza dei "Linteati" sia stata fabbricata sul tipo di quelle usate intorno alla fine del IV secolo a.C. dalle popolazioni dell'Italia meridionale che, a contatto con le numerose colonie greche nel sud della penisola, vennero influenzate non solo nell'arte figurativa, come viene testimoniato dagli innumerevoli oggetti d'uso quotidiano ritrovati nelle sepolture, ma anche in campi più specifici come quello dell'armamento militare. In alcune pitture tombali di Paestum viene raffigurata proprio questo tipo di corazza, accompagnata da affreschi raffiguranti schinieri ed elmi con pennacchi. La corazza in questione potrebbe discostarsi dalla tipica protezione italica costituita da dischi di bronzo in uso intorno al V secolo a.C.

benevento-cavese coppa italia




rispetto per gli assenti ....

sabato 18 ottobre 2008

video curva nord 86-87


a voi un grande passato a noi oggi i tre punti il resto non conta e tutti a casa

E' un vizio di famiglia ....

La foto si commenta da sola ....

Brutti sporchi e cattivi ???

Enrico Brizzi: curva, ultras e aggregazione
17 - 10 - 2008
L'articolo che segue, a cura di Roberto Stracca, dal titolo "Brizzi: «In curva c'è di tutto, anche il tuo vicino»", è stato tratto dal Corriere della Sera del 16 ottobre 2008.
MILANO — «Gli ultrà tutti brutti, sporchi e cattivi? Allora vuol dire che è la società italiana che fa schifo. Perché in curva non ci sono mostri senza volto giunti da un passato remoto, ma mio cugino, il vostro e quello di chi li critica».
Enrico Brizzi, come il suo Jack Frusciante del romanzo rivelazione, esce dal gruppo. E non si unisce al coro del «dagli all'ultrà». Perché il trentaquattrenne scrittore di «Bastogne» e «L'inattesa piega degli eventi» nella curva «Andrea Costa » di Bologna, c'è cresciuto. «Ma, da quando la Melandri ha messo i tornelli, non ci vado più. Non mi piace essere ripreso da cento telecamere come fossi al "Grande Fratello": mi hanno tolto la fantasia». E di «quello spaccato della nostra società » ha anche scritto, ma mai divulgato: «È ancora un tabù: sarei subito lapidato. Non c'è ancora una saldatura tra chi compra i libri indirizzato dai mezzi di comunicazione e l'anima popolare delle curve ». E quell'anima, «contraddittoria ma affascinante», Brizzi prova spiegarla.
«Le curve italiane non sono come quelle inglesi degli anni 70, dove c'erano tutti minatori. Nelle gradinate italiane ci trovi il giovane notaio, l'impiego di banca, l'operaio e il disoccupato. È l'unico posto dove c'è unione a prescindere dalla posizione sociale. C'è allegria e paura. Che piaccia o no, le curve sono l'ultimo grande luogo di aggregazione giovanile».
Un'aggregazione, secondo qualcuno, con una precisa matrice politica. Quella dell'estrema destra. «Premesso che ci sono delle differenze da curva a curva. E che quando vedo certi simboli, mi sento male. Ma in curva ci sono sempre stati. Negli anni 80, nella "rossa" Bologna, c'era l'adesivo di Snoopy con il casco e la croce celtica. Dagli anni 70 a oggi non c'è stata stagione calcistica in cui non si sono visti. Perché ci si indigna solo adesso? Forse mi sbaglio, ma non credo a una cupola di destra dietro il movimento ultrà. E, fossi nelle istituzioni, mi preoccuperei più di un altro problema».
Quale, scusi? «L'infiltrazione della criminalità comune: ci sono curve di piccoli centri dove alcuni presidenti hanno mandato dei criminali per cacciare i ragazzi che magari li contestavano. In altre curve c'è l'infiltrazione della 'ndrangheta, nelle curve delle metropoli c'è anche chi ha preso dei colpi di pistola».
«La ricchezza e al tempo stesso il limite della curva — spiega, ancora, Brizzi — è il suo essere un arcipelago contradditorio. Andrebbe studiata senza pregiudizi, ma nei salotti televisivi è più facile descrivere gli ultrà come bestie pericolose ». E, invece, chi sono? «La parte più irrequieta, tradizionalista e passionale dei ragazzi italiani. E, credo, che stiano un po' sulle balle a molti». Per quale motivo? «Perché gli ultrà vogliono andare nel posto dove c'è la partita e non si accontentano di guardarla in tv».
http://www.boysparma1977.it/ultras/altre/0809/ultras_liberi_altre_voci_0809_101708001.php

martedì 7 ottobre 2008

benevento-cavese coppa italia


Benevento - Cavese in programma mercoledì 8 ottobre 2008 al Santa Colomba non vedrà la possibilità per i tifosi Cavesi di potersi gustare il match.pecchato domani non vedervi in azione siete davvero grandi .....

ci avete rotto il calcio ........... la vostra repressione non ci fermera ultras in eterno

essere ultras

martedì 23 settembre 2008

acab

IO VIVO ULTRAS .....


Segnaliamo video di controinformazione ultras, in risposta al cortometraggio "Stop alla violenza", diffuso lo scorso fine settimana dal Ministero dell'Interno. Lo abbiamo intitolato "Stop all'indecenza".
Il video "Stop all'indecenza" è a disposizione di tutti. E' stato firmato genericamente "Ultras liberi"; può essere visto, scaricato e distribuito in totale libertà.

Tifo Violento, lo spot


Mea Culpa:
A scuola sono sempre stato l'ultimo della classe ..... ed anche un po' vigliacco ...

mercoledì 10 settembre 2008

ciao manolo


ADDIO MANOLO, ANZI... CIAO AMICO! CHE IL SIGNORE POSSA DARTI LASSU' QUELLA LUCE CHE TI E' VENUTO A MANCARE QUI'. SONO SICURO CHE DA LASSU' CE LA TRASMETTERAI, E COSI' CONTINUERAI A VIVERE CON NOI.L'AMORE, LA FEDE E LA PASSIONE CHE HAI AVUTO PER IL SAVOIA E CHE CONDIVIDEVI CON NOI, FARA' SI CHE TU SIA SEMPRE CON NOI. IN EFFETTI TU "ULTRAS" LO SEI, NON LO ERI! NO RAGAZZO, LASCIARCI COSI'...... lassu trovi due amici veri massimo e domenico e sarai in buona compagnia
foto savoia-scafatese-coppaitalia 08-09

martedì 9 settembre 2008

benevento-lanciano

Your pictures and fotos in a slideshow on MySpace, eBay, Facebook or your website!view all pictures of this slideshow


Pronto riscatto del Benevento. Nella prima gara interna del campionato i giallorossi riscattano il ko di Perugia, battendo 3-0 la Virtus Lanciano. Una gara giocata bene dai ragazzi di Aldo Papagni, bravi a sfruttare le occasioni al momento giusto.
curva sud e distinti da spettacolo canti alzi mani per tutti 90 minuti senza mai una sosta debutto del striscione curvasud benevento e altro striscione beneventani ENTRAMBI GLI STRISCIONI NON SONO DICHIARATI,NE' LO SARANNO MAI.gli ospiti un 100 ottimo tifo ma con qualche pausa di troppo ma prima del loro ingrsso nel settore non fanno entrare 2 vissilli con la sritta ultras che vergogna noalla repressione

domenica 7 settembre 2008

gli ultimi ribelli

in questo bellissimo video la ribellione di uno stadio intero di fronte alla violenza poliziesca perpetrata contro un ragazzo inerme e disarmato che aveva invaso il campo con uno striscione.porto-benfica........... giocata a basilea

Battere la sua «bestia (rosso) nera»


Il Lanciano, ovvero la bestia nera del Benevento. La strega non è riuscita mai a fare una magia agli abruzzesi e in quasi tutte le sfide si è dovuta inchinare ai rossoneri. Solo un successo nel lontano 2002, poi quattro pareggi e tre sconfitte. Un vero e proprio tabù che il Benevento ritrova a distanza di tre anni.
Insomma, per gli stregoni è arrivata l’ora di inventarsi una vera e propria stregoneria per scacciare l’incubo Lanciano.
LA STORIA - La breve storia di questa sfida sannito-frentana tra il Lanciano ed il Benevento ha inizio nel 2001, 2 dicembre. A dire il vero c’è un precedente anche nella Coppa Italia di C e ovviamente c’è una sconfitta giallorossa per 2-0, ma questa è una pagina che si perde negli annali senza lasciare grosse tracce.
L’inizio del tabù abruzzese è dunque datato 2 dicembre 2001.
E’ la quattordicesima giornata di campionato di serie C1 e il Benevento naviga in brutte acque. Da poco la società giallorossa ha trovato una sua quadratura, grazie all’ingresso di Pino Spatola e Massimo Pugliese. Ma questo non basta per ottenere i risultati. In terra abruzzese il Benevento giunge con l’intenzione di ritrovare il successo ed invece il Lanciano inizia la sua crociata contro i sanniti. Gara decisa da un episodio: a metà della ripresa un ingenuo fallo di mano di Chiavaroli in piena area, consente al Lanciano di usufruire di un calcio di rigore che Ranalli trasforma con grande freddezza. Quella sconfitta fa retrocedere all’ultimo posto la squadra di Rumignani. Nel match di ritorno (è il 14 aprile 2002) i sanniti riescono a battere il Lanciano in quella che è per il momento l’unica gara in cui sono usciti vincitori. A decidere l’incontro è un certo Sossio Aruta, protagonista di una partita straordinaria che regala un successo che permette al Benevento di portarsi quattro punti sopra dalla zona play-out, a tre giornate dal termine del campionato.
L’ERA DI COSTANZO – Nel primo vero anno di Spatola il Benevento di Nello Di Costanzo pareggia due volte contro il Lanciano. In entrambi i casi finisce con il risultato di 1-1. Nella gara di andata, è il 17 novembre 2002, al Santa Colomba i rossoneri passano subito in vantaggio grazie ad una rete di Nassi, poi il Benevento riesce a riacciuffare la partita grazie ad una prodezza dell’allora enfant prodige giallorosso Nello Cutolo. Poi il Benevento, nonostante l’uomo in più per l’espulsione di Cicchella, non trova la rete della vittoria.
Ben più amaro è il pari che il Benevento coglie nel match di ritorno. Amaro per due motivi: il primo perché spegne definitivamente i sogni già flebili di agguantare i play off, il secondo perché il pareggio del Lanciano giunge al fotofinish. Ad aprire le danze è Di Nardo che al 12’ segna il gol del momentaneo vantaggio. Il Benevento sembra ad un passo dal suo secondo successo contro il Lanciano, ed invece in pieno recupero arriva il pareggio dei rossoneri con una punizione dell’ex Genanari. Una mazzata tremenda che non va giù al presidente Spatola che decide di attuare il silenzio stampa.
L’ultima sfida tra gli stregoni e il Lanciano nell’era Di Costanzo avviene nella stagione 2003 -2004.
E’ il 14 dicembre 2003 e alla terzultima giornata di andata il Benevento ospita il Lanciano al Santa Colomba. La gara si mette subito male per i sanniti che dopo sei minuti subiscono gol dal talento brasiliano Ferreira Pinto. Questa volta è il Benevento a pareggiare nel finale del match. Mancano tre minuti quando Menolascina direttamente da punizione trova l’angolo più lontano regalando un buon punto alla sua squadra.
L’ERA BENEDETTI – Nel girone di ritorno, dell’indimenticabile stagione 2003-2004, il Benevento inizia un altro campionato sotto la guida di mister Corrado Benedetti. I giallorossi recuperano strada e raggiungono la zona play off.
Nella terzultima giornata di campionato (2 maggio 2004) il Benevento ha l’occasione per ipotecare la qualificazione agli spareggi promozione, ma davanti a sè trova neanche a dirlo il Lanciano. L’entusiasmo in città è alle stelle, da Benevento partono più di 2000 tifosi per l’Abruzzo, regalando uno spettacolo coreografico e di tifo davvero da brividi. Ma tutto viene spento dalla solita “bestia nera”. La squadra rossonera rifila tre sberle alla strega. Ad aprire le marcature è Finetti che segna un gol fantasma che il direttore di gara Moretti di Como convalida su segnalazione del suo assistente Cuomo di Siena. A completare l’opera ci pensano Daniele Conti e Nassi.
La rete della bandiera, che sancisce il definitivo 3-1, la realizza Mimmo Giugliano.
La stessa amarezza i giallorossi la provano l’anno dopo, quando sempre al Biondi, affrontano il loro “incubo” nella seconda giornata di campionato (19 settembre 2004).
Quella gara sarà sempre ricordata per i veleni del fine partita. Ma andiamo con ordine.
Il Lanciano passa subito in vantaggio con un gol di Movilli, poi ad inizio ripresa ci pensa Mastrolilli a mettere le cose a posto, ma un gol di Ticli regala il successo al Lanciano.
Il Benevento perde la testa e ne fanno le spese Molino, che lascia anzitempo il campo, per aver protestato vivacemente con il direttore di gara, e il portiere Petrazzuolo protagonista di una rissa negli spogliatoi con il difensore abruzzese Paris.
L’ULTIMA SFIDA – L’ultima gara tra il Benevento e il Lanciano risale al 16 gennaio 2005. Nel capoluogo sannita già si respirano venti di crisi, con il presidente Spatola che lancia i primi “sos” per salvare la società. Il Benevento viaggia a ridosso della zona play off e proprio contro il Lanciano cerca i tre punti per guadagnare posizioni importanti. Inizia bene la banda di Benedetti che dopo un minuto passa subito in vantaggio grazie ad un gol lampo di Di Nardo.
Ma l’illusione di una possibile vittoria contro i frentani dura solo un tempo, visto che nella ripresa il Lanciano pareggia i conti con Moresi. Il Benevento nel finale prova a vincere la gara, ma Molino si vede annullare un gol apparso a molti regolare. Dunque anche nell’ultima sfida il Lanciano si conferma vero “incubo” degli stregoni.
SFATARE UN TABU’ – Occorre, quindi, sfatare un tabù. Il Benevento ha l’occasione dopo tre anni, di rifarsi e di prendersi la propria rivincita. La truppa di Papagni è pronta per provare a vendicare otto anni di incubi e sortilegi, servirà una magia particolare che solo la strega potrà fare.

sabato 6 settembre 2008

Eppur si muove .....

Comunicato Benevento Calcio


La Società Benevento Calcio Spa comunica che domani, domenica 7 settembre, prima dell'inizio della partita sarà consegnato un riconoscimento a Gaetano Allegretti, che ha svolto con grande dedizione e per tanti anni l'attività di magazziniere per il Benevento Calcio.
Lunedì 8 settembre, inoltre, Mike Appleby, dirigente federale della Football Association League, Second Division, effettuerà un sopralluogo alle strutture logistiche e sportive del Benevento Calcio per verificare la possibilità di disputare, nel mese di novembre prossimo, un incontro internazionale tra la rappresentativa italiana di Lega Pro e quella inglese di Second Division. zio gaetano merita qualcosa in piu di una premazione ....

mercoledì 3 settembre 2008

nocerina -benevento video


non per rancore ma nocera e inferiore a pagani mai presenti

CATANZARO-BENEVENTO-07-O8 VIDEO

DIO SALVI GLI ULTRAS ....

Avevo postato le foto della CURVA A come augurio per tutti gli ULTRAS d'Italia per questo inizio di stagione .... effettivamente è stato proprio un a
ugurio con i fiocchi .....TITOLONI:
CALCIO: MANGANELLI, DIETRO INCIDENTI DI NAPOLI LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA
Maroni: ''Trasferte vietate per i tifosi del Napoli''
La Polizia: la Camorra fra i violenti.
"Ultrà, associazione a delinquere"
Tifo violento, la polizia: «Negli stadi c'è la camorra»
L'ANTIMAFIA SMENTISCE MANGANELLI
Roma, 3 set. - (Adnkronos) - "Non sempre dietro le violenze c'e' la camorra. Io terrei ben distinto l'aspetto della presenza anche di soggetti affiliati al sistema camorristico all'interno dei gruppi violenti, da quello che invece oggi si vuole prospettare, come se ci fosse una strategia camorristica dietro questi gruppi che, invece, secondo noi non c'e'". E' quanto sostiene Franco Roberti, capo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ai microfoni di 'Ecoradio' a proposito dei rapporti tra camorra e gruppi di tifosi violenti.
siamo sicuri che i napoletani ''Trasferte vietate
?????

martedì 2 settembre 2008

perugia-benevento


Disco rosso per il Benevento al “Renato Curi” di Perugia. Gli uomini di Papagni tornano a mani vuote dal capoluogo Umbro e cominciano male il campionato del “ritorno” in serie C1. (oggi chiamato Lega Pro.). Eppure la partita si era messa bene per il Benevento che, dopo 40 secondi di gioco, passava in vantaggio con Statella che sfruttava un errore della difesa umbra. Il Perugia subiva il colpo e reagiva da grande squadra, cominciando a pressare altissimo e cercando di sfruttare i due esterni offensivi di cui dispone, cioè Cutolo e De Giorgio. Il 4-4-2 proposto all’ inizio da Pagliari diventava sempre più un 4-2-4 ed all’ 11 minuto il “ Grifone” perveniva meritatamente al pareggio. Calcio di punizione battuto da De Giorgio sulla destra, in area di rigore tutto solo Mezavilla fa centro. Il Perugia continuava ad attaccare anche dopo il pareggio, ma il Benevento, seppur con qualche affanno, riusciva ad arginare lo strapotere offensivo degli avversari che sembravano indemoniati. Tuttavia l’ occasione più ghiotta per fare centro capitava sui piedi di Bueno che di sfruttava l’ ennesimo malinteso tra Accursi e Benassi e in mezza rovesciata esaltava le doti del portiere che si opponeva in tuffo alla conclusione del bomber argentino. Nella ripresa il forcing del Perugia calava di intensità dato il gran caldo e la grande mole di energia spesa nel primo tempo. Il Benevento controllava con efficacia ma rinunciava alle ripartenze, dando l’ impressione di accontentarsi del pari. Dopo un prodigioso intervento di Gori su Mazzeo, la partita si spegneva ed il Benevento, con un fraseggio continuo, cercava di portare a casa un punto importante e di prestigio, visto il valore dell’ avversario. Al minuto 41 però Colombini la faceva grossa, perdendo palla a favore del velocissimo Ferrari che a tu per tu con Gori regalava al giovane Campagnacci il tap-in del vantaggio Perugino.
Una sconfitta maturata da ingenuità e scarsa esperienza, anche se tutto sommato meritata. Si sono intraviste le potenzialità della squadra Sannita ed un Castaldo in forma smagliante. Troppo poco però, al cospetto di avversari di valore ed al cospetto di una categoria che è una poccola serie B…e neppure tanto piccola. presenti circa 400 sanniti .... alla il grifo da un bel bacio allo strega .....

s.s. lazio benevento tim cup il fotoservizio




FIERI DELLE NOSTRE ORIGINI

FIERI DELLE NOSTRE ORIGINI