martedì 9 agosto 2011

paoloni 1 fisso


Caro Marco Paoloni, non ci conosciamo e spero che non ci conosceremo mai. In qualità di editorialista ultimo arrivato nella famiglia di beneventocalcio.it mi era stato chiesto di scrivere un articolo legato alla sentenza sul calcioscommesse, nella quale tu sei ampiamente coinvolto, ma preferisco rivolgermi direttamente a te perché oggi abbiamo, ahimè, conosciuto il verdetto di primo grado. Dicevo che non ci conosciamo, e nemmeno ambisco a farlo perché grazie al tuo coinvolgimento in questa squallida vicenda sei stato capace di infangare il nome non solo di una Società modello, ma anche di una intera città che, in tempi non sospetti, ti aveva eletto a proprio beniamino soprattutto dopo la tua prestazione nell’andata della semifinale play-off. Sono bastati quattro mesi o poco più per farci, nostro malgrado, rimbalzare agli onori (!) della cronaca, sbattuti in prima pagina in ogni tv locale e nazionale e su ogni testata giornalistica e dipinti come un popolo di scommettitori, minando le nostre coscienze e la nostra fierezza di essere cittadini beneventani prima e tifosi degli stregoni poi.
Purtroppo l’onda mediatica che è scaturita da questa vicenda va al di là del semplice evento sportivo; anche perché consolidando il teorema di “fare tutta un erba un fascio” nessuno si è degnato di spiegare che il Benevento calcio è stata solo una parte lesa in tutto questo, pagando colpe non proprie, ma solo quelle di una responsabilità oggettiva che è una vera boiata nel campo della giurisdizione calcistica. Come uno tsunami sei arrivato, hai fatto danni e te ne sei andato. Già, andato dove? Come sussurrato qua e là dal mondo del gossip, probabilmente finirai in uno dei tanti reality show di prossima realizzazione e pertanto, anche se a leggere la sentenza, la tua carriera calcistica sembra essere già terminata, avrai modo di essere comunque alla ribalta. Ma noi? Noi tifosi perché dobbiamo pagare delle colpe per il tuo squallido operato? Hai fatto del male in primis ad un uomo che ha creduto in te, arrivando a sollevare il tuo pugno al cielo sul campo di Castellamare nonostante una sconfitta, poi ad una intera Società che aveva visto nel calciatore Marco Paoloni , l’ultimo baluardo difensivo dei propri colori, ed infine in noi tifosi che, memore di quel rigore parato a Corona ti aveva eletto a simbolo di un sogno che, con un portiere così, non poteva non raggiungersi. Spero che le nostre strade non si incroceranno mai più e di sicuro se davvero finirai in uno show mediatico, cambierò canale, però un consiglio voglio dartelo comunque: il vizio di gioco è davvero una brutta bestia; ho letto che sei in cura, lo spero per te. Cerca di guarire e di tornare ad una vita normale; fallo per tua moglie e tua figlia affinché un domani possano sentirsi fiere ed orgogliose di essere la moglie e la figlia di Marco Paoloni, uno che in porta ci sapeva fare, e non essere additate come la figlia  o la moglie di “uno scommettitore radiato dal mondo del calcio”. E con questo credo di averti detto tutto. Noi saremo qui e forse proprio questa vicenda che ci vede oltremodo penalizzati, potrebbe darci la forza per ritrovare una compattezza, una unità di intenti che ultimamente non c’è stata. Paradossalmente, potremmo quasi riemergere dalle nostre ceneri, proprio come l’araba fenice e paradossalmente il tuo averci tirato in ballo in questa vicenda potrebbe rafforzarci. Per noi, comunque andrà sarà un successo, per te, mi dispiace dirtelo ma te lo dico in beneventano, “è fatt proprio ‘na figur e mmerd…..!!!”

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FIERI DELLE NOSTRE ORIGINI

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