lunedì 21 aprile 2008

Diffida (Daspo). Se la legge fosse uguale per tutti


In questi giorni si parla molto di violenza negli stadi ma stavolta i protagonisti non sono gli ultras ma gli stessi "addetti ai lavori". Daspo (Divieto di accesso alle manifestazioni sportive) a calciatori, allenatori e dirigenti? Come al solito gli opinionisti cadono nella banalità: da una parte chi è favorevole perché "questi comportamenti rischiano di surriscaldare gli animi dei soliti esagitati" e dall'altra chi sostiene che vanno fatte delle distinzioni perché "ci sono comportamenti più o meno gravi". Ma facciamo un passo indietro.Domenica 26 agosto, nel secondo tempo di Parma-Catania, i due allenatori si insultano a vicenda e la cosa si conclude con un calcio in culo, sparato da Baldini a Di Carlo. Alla seconda giornata, durante Cagliari-Juve, Zebina da uno schiaffo ad un fotografo. Da questi episodi si rende necessario lanciare l'allarme perché a pochi mesi dalla morte di Raciti (a proposito... come morì l'ispettore capo Filippo Raciti?) vedere ancora episodi di violenza fa male al calcio... Sì, ma a quale calcio? Probabilmente a quello fatto di miliardi, di diritti di immagine, di contratti con multinazionali e soprattutto di ipocrisia! Questi gesti nel calcio ci sono sempre stati e sempre ci saranno: c'erano quando si giocava da piccoli nelle serie minori, c'erano qualche anno fa quando Cantona tirò un calcio volante ad uno spettatore, per non parlare dei più recenti Materazzi e Cirillo, della rissa di Valencia a fine partita, o ancora: di tutte le risse che si verificano ogni domenica sui diversi campi, dalle serie professionistiche a quelle dilettantistiche. Se questi sono i veri problemi del calcio, dove mettiamo i vari: Galliani (tra gli artefici dell'attuale sistema calcio, condannato perché chiedeva favori illeciti), Moggi (che va in trasmissioni televisive a dire che soffre di depressione per tutto quello che ha subito...), il povero Carraro (condannato ad una multa di 50.000 euro) e Matarrese (chiamato a dare credibilità al calcio, dopo che lo Stato gli ha bombardato Punta Perotti...). Molta gente si è dimenticata di loro, perché il sistema ha sviato l'attenzione su falsi problemi, come quello in oggetto. Ma noi no! Noi non li dimentichiamo, così come non dimentichiamo i nostri amici che vanno a firmare in questura, a causa di leggi anticostituzionali (che stabiliscono che l'ultras è colpevole finché un processo ne stabilisce l'innocenza).Il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, sul tema del Daspo ai calciatori, ha dichiarato: "Si corre il rischio di degenerazioni e magari di vietare lo stadio a qualcuno che ha commesso una stupidaggine". Purtroppo è già così, almeno per noi ultras e tifosi. Ricordiamoci che la legge Melandri-Amato introduce addirittura il concetto di diffida preventiva, per cui l'ultras e il tifoso possono essere condannati (anche alla confisca dei beni) senza aver commesso alcun reato.
Leggi di questo tipo non sono mai giuste, e non lo sono per nessuno. Se al posto di Baldini e Di Carlo o di Zebina ci fossero stati dei tifosi, quali sarebbero state le pene? Probabilmente: tra i cinque e gli otto anni. Perché i tifosi per molto meno (come può essere lo sventolare una bandiera o l'accendere un fumogeno) rischiano molto di più? E perché non si parla mai del comportamento della polizia? Dovrebbe essere possibile identificare anche chi indossa una divisa; e anche diffidarlo (anche con obbligo di firma), quando sbaglia. Perché la legge dovrebbe essere uguale per tutti, e non un mezzo per perseguitare qualcuno. Probabilmente, se tutti fossero soggetti alla legge allo stesso modo, ci sarebbero anche meno leggi anticostituzionali.
NON DIFFIDERETE MAI LA NOSTRA FEDE!

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