domenica 2 gennaio 2011

ecco tutto quello che non funziona famosa card di maroni


Il 3 gennaio verranno riaperte le porte dello stadio di via del Mare per il derby di Puglia, Lecce-Bari, mentre a fine gennaio l'Osservatorio del Viminale terrà una riunione coi club per fare il punto sui pregi (pochi) e difetti (tanti) della tessera del tifoso. Va riconosciuto al ministro Roberto Maroni di essere stato coerente: ha difeso sempre la sua "creatura" ma adesso dovrà, da persona intelligente qual è, prendere atto che qualcosa (molto) va rivisto a fine stagione, che così la card crea solo complicazioni, e non solo ai tifosi ma anche al Viminale, alle questure. Lasciamo perdere il prefetto di Lecce, Mario Tafaro, che forse "ispirato" dal sottosegretario Mantovano, ha preso un provvedimento, quello di chiudere lo stadio, "impallinato" subito da tutti, a cominciare da Maroni. Lunedì prossimo, quindi, dietrofront: stadio riaperto per tutti (non solo per i tifosi leccesi come suggerisce il sindaco Perrone: altra follia!), e quindi anche per i baresi "tesserati". E' chiaro che ci sarà un numero limitato di posti disponibili per i baresi: non potranno entrare tutti quelli che hanno la tessera ma solo seimila. Ma questo succede in tutti gli stadi: non è che i quarantamila interisti "tesserati" possono andare tutti a Brescia o a Verona. Ogni stadio ha una sua quota riservata agli ospiti. Ma la tessera ha mostrato le crepe più evidenti proprio per le trasferte: secondo la volontà di Maroni la card ''agevola l'acquisto dei biglietti, snellisce la procedura di accesso allo stadio, esenta dalle specifiche restrizioni che potrebbero essere imposte per motivi di ordine pubblica per le partite sia in casa che in trasferta, dà accesso a tutte le agevolazione le facilitazioni, rende il tifoso protagonista della propria sicurezza''. Quindi, con la tessera via libera alle trasferte. Questo nelle intenzioni, in realtà si è andati ad esperimenti, e a volte i questori-per uscire dalle secche-hanno fatto di loro iniziativa non tenendo conto delle disposizioni "maroniane". Risultato? Un caos. Tifosi mischiati in tribuna, tesserati nelle gabbia dei tifosi ospiti, gli altri sparsi ovunque. Ora si cercherà di mettere ordine. Come? Intanto ci saranno trasferte ad alto rischio (vedi derby di Puglia e Inter-Napoli) aperte solo ai tesserati. In altre occasioni, invece, chi non ha aderito al progetto-Maroni potrà lo stesso andare in trasferta ma sarà confinato nella gabbia, nel settore ospiti. Mentre i tifosi "bravi" (per il Viminale), cioè quelli tesserati, troveranno posto da altre parti dello stadio. Così si spera di risolvere il problema. A mio parere non servirà a nulla, ma aumenterà tensione e confusione. Sinora sono pochi i tifosi che hanno seguito la squadra del cuore fuori casa: la media spettatori a partita è intorno ai 24.200 in Serie A e non decolla di sicuro. E non decollerà. Il calcio-spezzatino, comunque, agevola il compito del Viminale: non ci sono più incontri a rischio fra tifoserie, come in passato, lungo le vie di trasporto mentre i biglietti nominativi e la tessera hanno tolto a molti capi ultrà il business (e questo può essere un vantaggio) in casa come in trasferta. Anche se adesso le curve non si sa a chi sono in mano, mancano punti di riferimento. Ora riprende il campionato: attenzione non solo al derby di Puglia ma anche a Inter-Napoli. Da quest'anno i napoletani sono tornati in trasferta ma ci sono stati, fortunatamente, ben pochi problemi. Bene anche Milan-Roma, con tanti tifosi giallorossi che si sono comportanti con grande serietà. Si è rigiocato il derby di Sicilia, Palermo-Catania, con le due tifoserie: non succedeva dai tempi di Raciti, importante è stato il comportamento saggio e il buon senso dei due presidenti (Zamparini e Pulvirenti). Qualcosa di positivo c'è indubbiamente, e ne va dato atto anche ai tifosi. Tifosi che fra tessera, biglietti nominativi, tornelli e documenti chiesti ( da qualche sprovveduto) anche ai bambini si devono sottoporre sovente ad uno slalom assurdo e a vessazioni continue per poter andare allo stadio. Va bene riaprire gli impianti alle famiglie, va benissimo progettare di abbattere le barriere (siamo ancora lontani): ma, caro ministro Maroni, è davvero convinto che questa sia la strada giusta? Che la tessera sia necessaria?

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